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LA PRIVACY NEI SOCIAL MEDIA

Ottobre 30, 2024

scopriamolo insieme

CRONACA E SCANDALI: LEZIONI DAL PASSATO

La cronaca internazionale ci offre numerosi esempi di come l’uso scorretto dei social media possa portare a conseguenze disastrose.
Ricordiamo tutti, uno degli scandali più noti, quello di Cambridge Analytica, dove milioni di dati personali degli utenti Facebook sono stati raccolti, senza il loro consenso, per influenzare le elezioni politiche. Un evento che ha sollevato preoccupazioni globali sulla sicurezza dei dati personali e ha messo in luce quanto siano vulnerabili i nostri dati online.

Come dimostrato da recenti casi in cui numerose aziende hanno subito multe significative per il mancato rispetto delle norme vigenti, la violazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) può comportare pesanti sanzioni che possono raggiungere fino al 4% del fatturato globale annuale: una cifra che non solo può mettere in crisi anche le realtà aziendali più consolidate, ma che comporta di riflesso una inevitabile perdita di credibilità nei confronti dei propri clienti.

Questo rende evidente quanto sia cruciale per le aziende rispettare le regole in materia di privacy e protezione dei dati.

COME L’USO IMPRUDENTE DEI SOCIAL MEDIA PUÒ INFLUENZARE LA TUA VITA

Non sono solo le aziende a subire le conseguenze di un uso scorretto dei social media, anche e prima di tutto è ogni singolo individuo ad essere esposto a gravi rischi.
La divulgazione incauta di informazioni personali o la condivisione eccessiva di dettagli della vita privata può facilmente sfuggire al controllo e avere ripercussioni profonde.
Foto, commenti e post pubblicati senza riflettere, possono danneggiare le relazioni personali e familiari, generare conflitti e, in casi più gravi, mettere a rischio la propria reputazione professionale.

Un utilizzo errato dei social media può portare a episodi di furto di identità, cyberbullismo o stalking digitale, che minacciano non solo la privacy, ma anche la sicurezza fisica e mentale. Inoltre è ormai noto, che molti datori di lavoro oggi monitorano i profili sociali dei candidati e dei dipendenti: contenuti inappropriati possono precludere opportunità professionali, compromettere la carriera o limitare la crescita lavorativa.

Considerare l’ambiente virtuale privo di conseguenze reali è una errata percezione che può condurre a conseguenze che possono ripercuotersi a lungo termine.

È fondamentale per ogni individuo adottare un comportamento consapevole e responsabile sui social media, considerando le implicazioni non solo per la propria vita digitale, ma anche per il proprio benessere complessivo.

LA PROTEZIONE DEI MINORI SUI SOCIAL MEDIA

Un altro tema di grande rilevanza è la presenza dei minori sui social media.
La Francia ha recentemente introdotto una normativa che disciplina rigorosamente l’accesso dei minori ai social media. Secondo la nuova legge, i minori di 11 anni non possono utilizzare smartphone, e l’accesso ai social media è vietato fino ai 15 anni. Questa normativa nasce dalla crescente preoccupazione per gli effetti negativi che l’uso prolungato dei social media può avere sui bambini, inclusi disturbi del sonno, problemi emotivi e diminuzione delle capacità cognitive.

Inoltre, la nazione francese ha mostrato grande lungimiranza, adottando misure di tutela per proteggere i minori da sfruttamenti economici, specialmente in relazione ai cosiddetti “baby influencer”: i minori che generano profitti significativi attraverso i social media.
La normativa prevede che i guadagni dei minori siano protetti e depositati su un conto bancario fino al raggiungimento della maggiore età. Questo è un esempio chiaro di come sia essenziale regolamentare l’uso dei social media per proteggere i più vulnerabili, soprattutto in un contesto in cui le piattaforme hanno un’influenza crescente sulle nuove generazioni.

IL DIGITAL MARKETS ACT E I “GATEKEEPER”

Uno strumento normativo di grande rilevanza è poi il Digital Markets Act (DMA), parte della strategia digitale europea volta a garantire mercati digitali equi e aperti.
Il DMA, entrato in vigore a marzo 2024, si rivolge principalmente ai cosiddetti “gatekeeper”, ovvero le grandi piattaforme digitali come Google, Amazon, Apple, Meta e Microsoft: i protagonisti indiscussi del mercato digitale che hanno un controllo considerevole sui dati personali degli utenti.

Il DMA impone alle piattaforme di rispettare una serie di obblighi volti a promuovere la trasparenza, la concorrenza leale e la protezione dei consumatori. Ad esempio, le piattaforme devono consentire agli utenti aziendali di accedere ai dati generati durante l’utilizzo della piattaforma, promuovendo così un ambiente più equo. Inoltre, devono evitare pratiche anticoncorrenziali, come il favoritismo verso i propri prodotti o servizi a discapito di quelli di terzi.

Le sanzioni per il mancato rispetto del DMA sono severe: le aziende possono essere multate fino al 10% del loro fatturato globale, o addirittura il 20% in caso di violazioni ripetute. Le implicazioni per le aziende che operano nel settore digitale sono enormi, e questo evidenzia la necessità di un approccio rigoroso e conforme alle normative.

LA NECESSITÀ DI UN USO CONSAPEVOLE

Alla luce di queste normative, è fondamentale che sia le aziende che i privati adottino un approccio consapevole e responsabile nell’uso dei social media. Per le aziende, questo significa non solo rispettare le normative come il GDPR e il DMA, ma anche mettere in atto misure preventive per proteggere i dati personali degli utenti.

L’uso corretto dei social media implica anche una maggiore attenzione alla trasparenza: gli utenti devono essere informati in modo chiaro e completo su come i loro dati vengono raccolti, utilizzati e protetti. Questo non solo aiuta a evitare violazioni legali, ma rafforza anche il rapporto di fiducia tra azienda e consumatore.

D’altro canto, per i privati, essere consapevoli delle implicazioni della condivisione dei dati personali sui social media è essenziale. È importante ricordare che tutto ciò che viene pubblicato online può essere monitorato, raccolto e utilizzato, spesso senza il nostro pieno consenso o controllo.

L’uso consapevole dei social media implica dunque una riflessione attenta su cosa condividiamo e con chi lo condividiamo.

L’IMPORTANZA DI UN CONSULENTE LEGALE ESPERTO IN PRIVACY

In un contesto normativo così complesso, è fondamentale che le aziende si avvalgano di consulenti legali esperti in privacy e protezione dei dati.
Un Data Protection Officer (DPO) o un consulente specializzato può fare la differenza, aiutando l’azienda a navigare attraverso le normative e a implementare strategie conformi ed efficaci.

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